Considerato il periodo, un tema decisamente caldo riguarda cosa dice la Legge sulla somministrazione di bevande e alimenti alle sagre. Argomento che, in città così come nei paesi della provincia italiana, si concretizza in tutta una serie di domande sulle nuove normative per le sagre 2022. Proloco, Amministrazioni comunali, Organizzazioni di Volontariato sono sempre più tenute a interrogarsi. Il commercio, così come la somministrazione di bevande e alimenti in occasione di fiere locali e sagre sono attività regolamentate? Vediamolo insieme entrando nel dettaglio del quadro normativo e della particolare situazione che stiamo vivendo.
La pandemia ci ha rinchiusi a lungo in casa, annullando di fatto gli eventi e le manifestazioni che caratterizzano l’estate italiana. Come ben sappiamo, il Covid-19 e le misure restrittive messe in atto per rallentare l’onda dei contagi hanno indotto le Amministrazioni locali a rivedere – e in molti casi annullare – il calendario di sagre, esposizioni e fiere in programma. Per due anni di seguito, l’eventistica estiva è andata avanti a singhiozzo, a seconda del colore assegnato alle Regioni, dei Decreti e anche del buonsenso dei Primi cittadini (quando non degli Assessori). C’è però da dire che nel corso delle estati 2020 e 2021, la bella stagione ha visto sì dei rallentamenti, ma ha comunque vissuto un certo grado di libertà organizzativa, seppur con qualche limite. L’estate 2022 si sta invece confermando come il tanto atteso momento del “tana libera a tutti”, per usare un’espressione di quando eravamo bambini. Non intendiamo qui discutere delle scelte politiche a monte, né tantomeno addentrarci nell’andamento della curva dei contagi.
Ciò che invece desideriamo fare, da Avvocati che partecipano alla vita sociale e civile delle rispettive comunità, è comprendere a fondo ciò che dice la Legge sulla somministrazione di bevande e alimenti alle sagre. Siamo infatti in un momento di ripresa delle attività, ma questo coincide o meno con un nuovo quadro normativo? Più che di nuove normative, si tratta di osservare con maggiore attenzione quanto già previsto dalla Legge. Uno scrupolo necessario anche in vista del maggior grado di meticolosità che la situazione attuale richiede non solo sulle questioni legate alla pandemia, ma anche su – ad esempio – come fare una scia temporanea per sagra.
Il Diritto amministrativo sulle sagre di paese
Prima di vedere insieme che cosa dice la legge sulla scia per sagre, è bene comprendere un punto focale al fine d’inquadrare correttamente la questione. Le attività di commercio e somministrazione di bevande e alimenti in luogo pubblico durante sagre, fiere ed esposizioni non sono sottoposte al principio di autodeterminazione tipico di qualsiasi attività privata svolta in piena autonomia. Ciò cosa significa? Significa che queste attività, proprio in quanto si svolgono in modalità temporanea e durante un contesto specifico, implicano il coinvolgimento di interessi pubblicistici. Ragion per cui, queste non possono essere disciplinate dal Diritto civile, bensì dal Diritto amministrativo. Una branca della Legge di cui lo Studio Legale Maffi si occupa da anni, con relativa esperienza sulla normativa in essere.
Quindi in che modo questo condiziona cosa dice la Legge sulla somministrazione di bevande e alimenti alle sagre? Molto semplicemente, il commercio e la somministrazione di bevande e alimenti durante le sagre (e manifestazioni affini) comportano la necessità di ottenere un provvedimento favorevole dall’Ente amministrativo di competenza. Semplificando: in occasione di una sagra, sta all’Ente territoriale organizzatore (nella maggior parte dei casi il Comune) avviare un procedimento amministrativo e rilasciare un provvedimento favorevole alla manifestazione. Questo provvedimento è l’unica tipologia di “documento” da tenere in considerazione? Ovviamente no.
Chi organizza sagre, eventi e altre manifestazioni temporanee dovrebbe sempre avere ben chiaro in testa il quadro normativo di riferimento:
· la legislazione nazionale (Legge sul procedimento amministrativo n241/1990) costituisce il riferimento generale,
· poi disciplinato in maggiore dettaglio a livello regionale (per la Lombardia si tratta della Legge Regionale 2 febbraio 2010, n6),
· mentre la normativa di dettaglio viene rimessa a bandi regionali/comunali e ai regolamenti correlati.
Cosa dice la legge sulla somministrazione di bevande e alimenti alle sagre
Una volta chiarito il quadro di riferimento, andiamo quindi a vedere da vicino cosa dice la Legge sulla somministrazione di bevande e alimenti alle sagre. Ora si tratta infatti di comprendere la tipologia di “scartoffie” con cui trovarsi sempre in regola. L’attività di commercio o di somministrazione di bevande/alimenti durante una sagra o una manifestazione fieristica è subordinata:
1. alla presentazione della cosiddetta SCIA allo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune (SUAP) e
2. all’emissione di un provvedimento comunale di concessione del posteggio posto su suolo pubblico dove svolgere l’attività (come disciplinato dall’art. 22 della Legge Regionale 2 febbraio 2010, n6).
Come fare una SCIA temporanea per sagra
Partiamo dalla SCIA, croce e delizia di ogni realtà che organizza eventi. La SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività – è un requisito disciplinato dall’art19 della Legge sul procedimento amministrativo n241/1990. Questo documento consente alle imprese di iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva (artigianale, commerciale, industriale) senza dover più attendere i tempi e l’esecuzione di verifiche e controlli preliminari da parte dei singoli Enti preposti. Per essere valida, una SCIA deve avere tutti i requisiti soggettivi e oggettivi previsti dalla legge regionale o dai regolamenti comunali disciplinanti l’evento.
Ci possono essere quindi degli impedimenti, detti “requisiti ostativi” che impediscono ad una SCIA di andare a buon fine. Ad esempio, un requisito ostativo si riscontra quando il titolare è stato dichiarato delinquente (abituale, professionale o per tendenza) da un Giudice penale. Oppure, quando ha riportato una sentenza penale di condanna passata in giudicato per un delitto non colposo per il quale è prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a 3 anni di reclusione. Un requisito oggettivo ostativo potrebbe essere invece il compimento di un’attività non conforme alle prescrizioni in materia urbanistica, di igiene pubblica, igiene edilizia, tutela ambientale, tutela della salute nei luoghi di lavoro, sicurezza alimentare, regolamenti locali di polizia urbana...
Ai sensi dell’art19 della Legge nr241/1990, a fronte della carenza di tali requisiti, nei 60 giorni successivi alla segnalazione il Comune può adottare dei provvedimenti amministrativi. Tra questi, c’è il divieto di prosecuzione dell’attività dannosa o la rimozione dei relativi effetti. Laddove non si rispettasse tale prescrizione, la sagra sarà vietata. Non solo. Il commercio e la somministrazione di bevande in aree pubbliche nonostante l’espresso divieto da parte dell’Ente verranno puniti con sanzione amministrativa pecuniaria (tra i 1.500 e i 10.000 euro).
L’autorizzazione comunale per le sagre
Come detto anche sopra, oltre alla SCIA (che, come abbiamo visto, riguarda il profilo strettamente funzionale connesso all’attività svolta), l’Ente amministrativo territoriale deve rilasciare un’autorizzazione. Questo provvedimento, di solito rilasciato dal Comune, costituisce una vera e propria autorizzazione al commerciante, all’espositore o allo stand gastronomico sul posteggio dove svolgere l’attività. Anche in questo caso, per la Lombardia si fa riferimento alla Legge Regionale 2 febbraio 2010, n6.
In particolare, è l’art23 di questa legge a disciplinare le modalità di rilascio della concessione del posteggio su suolo pubblico in cui svolgere un’attività commerciale o di somministrazione di bevande/alimenti. Sulla base dei criteri di rilascio e rinnovo delle concessioni dei posteggi nei mercati e nelle fiere deliberati dalla Giunta Regionale, il Comune di competenza pubblica i dati sui posteggi da assegnare in concessione.
Entro 60 giorni dalla pubblicazione, gli interessati presentano al Comune la domanda per il rilascio dell'autorizzazione comunale, indicando il posteggio di cui si richiede la concessione. Essi devono inoltre indicare i dati anagrafici, il codice fiscale, l’assenza di requisiti ostativi (soggettivi e oggettivi). Entro 30 giorni dal termine per la presentazione delle domande, il Comune pubblica la graduatoria. Contro le graduatorie, è possibile presentare (sempre al Comune) un’istanza di revisione entro 15 giorni dalla pubblicazione. La concessione del posteggio viene dunque rilasciata decorsi 30 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie e, in caso di concessione di durata pluriennale, è utilizzabile esclusivamente nei giorni di svolgimento della fiera.alemaffi.it
Come essere in regola con le sagre di paese
In questo focus, abbiamo riassunto i punti chiave per essere in regola con le sagre di paese. Ci rendiamo conto che il processo potrà sembrare macchinoso. In alcuni casi, potrebbe scoraggiare gli organizzatori dal riprendere le attività dopo lo stop parziale degli ultimi due anni. Tuttavia, essere pienamente consapevoli del quadro normativo e dei passaggi necessari per attuarlo in sicurezza, rappresenta una tutela per ogni Ente organizzatore di eventi. Non si tratta infatti solo di comprendere appieno cosa dice la Legge sulla somministrazione di bevande e alimenti alle sagre, o di capire come fare una scia temporanea.
Il punto chiave è avere gli strumenti per vivere l’estate e i suoi eventi con un grado maggiore di serenità. Lo studio Legale Maffi, con il proprio team di Avvocati esperti in Diritto amministrativo, è disponibile a fornire consulenza a imprese individuali, società o privati che intendono organizzare eventi: info@studiolegalemaffi.it