A fine 2022 abbiamo assistito ad un importante aggiornamento in materia di cosa dice la Legge sul Caregiver familiare in Lombardia. In quest’articolo approfondiremo le novità a livello regionale e il quadro in cui s’inserisce questa figura a livello nazionale. Il termine Caregiver familiare si riferisce al “prestatore di cura” che vive ed opera all’interno della famiglia. Ossia a quella persona responsabile di un altro soggetto non indipendente, anche disabile, di cui si prende cura in un ambito domestico.
Questo ruolo nasce dal fatto che, tendenzialmente, è il familiare di riferimento ad organizzare e definire l’assistenza della persona interessata. Trattandosi di una figura presente direttamente in casa, o comunque all’interno della famiglia, essa ha caratteristiche ben diverse da quelle del Caregiver professionale (o badante). In quest’altro caso, infatti, si tratta di un assistente familiare che accudisce la persona non-autosufficiente, sempre sotto la verifica – diretta o indiretta – di un familiare. Prima di vedere nello specifico cosa dice la Legge sul Caregiver familiare in Lombardia, analizziamo quindi il quadro a livello nazionale.
Il Caregiver familiare in Italia
Negli ultimi anni, l’Italia ha ufficialmente riconosciuto il profilo del Caregiver familiare. Un passaggio avvenuto nella cosiddetta Legge di Bilancio 2018, cioè la Legge n. 205 del 2017 (art. 1). Tuttavia, questo riconoscimento ha finora avuto una valenza prevalentemente formale. All’atto pratico, la figura non risulta ancora disciplinata a dovere. Infatti, attualmente non esiste una normativa nazionale in grado di tutelare quella che, a tutti gli effetti, è una professione lavorativa.
Per avere un’idea dell’incidenza di questa figura sul piano economico e sociale, basta osservare i dati. In Italia sono 8 milioni le persone (di cui il 90% donne) che:
· si prendono cura del coniuge, di una delle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso, o del convivente di fatto;
· accudiscono un familiare (o affine) entro il secondo grado, oppure un familiare entro il terzo grado, non autosufficiente né in grado di prendersi cura di sé, o a cui è riconosciuto un grado di invalidità in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata (definita come handicap grave ai sensi dell'art. 3, comma 3, della citata L. 104);
· sono titolari di indennità di accompagnamento.
Cosa dice la Legge sul Caregiver familiare in Lombardia
Partendo da queste premesse, il 22 novembre 2022 Regione Lombardia ha approvato una legge (Legge n. 23 del 30.11.2022) che riconosce la figura del Caregiver familiare. La misura introdotta si riferisce alla persona che, per scelta volontaria, assiste e si prende cura di un familiare gravemente malato o disabile. È la prima volta che la nostra Regione specifica gli ambiti d’azione e le competenze proprie del Caregiver familiare. Una specificazione che ne chiarisce il ruolo in riferimento anche al sistema dei servizi (pubblici e privati). Allo stesso tempo, si sono messe nero su bianco le funzioni della Regione e dei Comuni proprio quanto al sostegno e all’affiancamento del Caregiver.
È importante tenere presente che, anche se prettamente regionale, questo riconoscimento sancisce un notevole passo avanti. Esso ha infatti come obiettivo la maggiore tutela di quello che, almeno a livello lombardo, viene ora riconosciuto quale importante ruolo assistenziale e sociale. Un progresso significativo nell’ottica di sostenere quanti, con spirito di sacrificio, mettono a disposizione tempo ed energie per dedicarsi ai bisogni di chi assistono.
Gli interventi concreti
Per comprendere cosa dice la Legge sul Caregiver familiare in Lombardia, è bene analizzarne gli impatti concreti. I principali interventi sanciti possono essere così raggruppati:
o forme di sostegno economico per l’adattamento domestico, per la fornitura di ausili adeguati per evitare rischi fisici del Caregiver e per l’eliminazione delle barriere architettoniche;
o promozione di misure per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura;
o promozione di percorsi di supporto psicologico al fine di mantenere equilibrio e benessere familiare;
o informazione e affiancamento al Caregiver, il quale potrà avere acceso alla rete di servizi sociali e sanitari;
o interventi di collaborazione tra i Caregiver e il personale di sostegno nella cura del malato affetto da patologie croniche (in modo da alleggerire il carico di lavoro del Caregiver);
o accordi con rappresentanze assicurative per prevedere premi agevolati in favore dei Caregiver.
La rete e il responsabile del caso
La nuova norma lombarda prevede altresì una rete di sostegno a favore del Caregiver familiare. Tale rete è costituita dai servizi sociali, sociosanitari e sanitari, nonché da reti di solidarietà di vicinato che possono intervenire anche per contrastare l’isolamento del familiare. La legge introduce inoltre la figura del Responsabile del caso. Una persona atta a diventare il punto di riferimento al quale il Caregiver familiare si può rivolgere per predisporre l’assistenza al malato. Tutto ciò permetterà di formulare il PAI, il Piano Assistenziale Individualizzato. Un progetto personalizzato da redigere in collaborazione con le diverse figure che si occupano di dare supporto. Una misura utile per organizzare l’attività di cura e sostegno – del malato e del Caregiver – secondo una logica a tutto tondo.
La competenze e i percorsi formativi
Un buon Caregiver familiare ha bisogno di sviluppare competenze adeguate. Regione Lombardia si è quindi preoccupata di agire sia nella formazione che nel riconoscimento di tali competenze. Sono quindi promossi percorsi formativi specifici che portano al rilascio di un attestato di competenza di “Caregiver familiare”. Un riconoscimento che ha valenza di credito formativo per l’accesso ad ulteriori percorsi di formazione nell’ambito dell’attività di assistenza della persona. Inoltre, l’esperienza maturata durante l’assistenza di un familiare potrà essere riconosciuta in termini di crediti formati anche da parte di scuole, università ed enti accreditati alla formazione o al lavoro. Oppure tradotta in ore riconosciute in progetti di alternanza scuola-lavoro o PCTO.
La risorse stanziate
Le risorse stanziate in quest’ambito da Regione Lombardia per i prossimi tre anni sono pari a 900.000 euro. Una cifra destinata a finanziare le misure previste. Tra queste troviamo: le forme di sostegno economico per l'adattamento domestico, l'abbattimento delle barriere architettoniche, la fornitura di ausili e presidi, la stipula di polizze calmierate a favore dei Caregiver, nonché percorsi di supporto psicologico.
Cosa succede nelle altre Regioni italiane
Se a livello nazionale siamo ancora sprovvisti di un quadro normativo di riferimento, è interessante vedere come le varie Regioni si stiano muovendo in maniera autonoma.
o Abruzzo: nel 2021 ha stabilito contributi economici finalizzati al riconoscimento e alla valorizzazione del lavoro di cura del familiare Caregiver che assiste i minori di età affetti da una malattia rara e in condizioni di disabilità gravissima;
o Toscana: nel 2021 ha istituito un contributo finanziario annuale a favore delle famiglie con figli minori disabili gravi pari ad euro 700 per ogni minore disabile;
o Umbria: analogamente, anche alcuni Comuni di questa Regione hanno stanziato un contributo economico per coloro che svolgono le funzioni di Caregiver familiare;
o Liguria: nel 2022 ha avviato il progetto regionale del “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza dei Caregiver familiari per l’anno 2021 residenti in Liguria”;
o Puglia: ha approvato l’assegnazione di un “badge solidale” per chi si prende cura di persone con fragilità, attraverso il quale è segnalata la priorità nell’accesso ad attività commerciali, farmacie, parafarmacie e uffici pubblici e che consentirà di poter saltare le file;
o Sicilia: sempre nel 2022, ha previsto un contributo economico una tantum in favore dei Caregiver familiari delle persone con disabilità grave e gravissima residenti in determinati Comuni;
o Lazio: la prima Regione italiana a riconoscere i Caregiver familiari come persone distinte sia dai loro congiunti con disabilità, che dagli operatori professionali stipendiati per svolgere il proprio ruolo di cura. Nel 2022, infatti, il Lazio ha riconosciuto ai Caregiver familiari dignità di cittadini con diritti soggettivi, gettando le basi per affrontare la questione lavoro, l’inserimento e il reinserimento lavorativodegli stessi, “valorizzando le competenze e l’esperienza globalmente maturate nell’esercizio dell’attività assistenziale”.
Vedere cosa dice la Legge sul Caregiver familiare in Lombardia e nelle altre Regioni d’Italia ha fatto emergere chiaro un dato. La questione sta acquisendo sempre più importanza. Altrettanto importante parrebbe quindi essere anche la necessità di un intervento nazionale tale da definire un riferimento legislativo organico. L’unico modo per regolare e tutelare in maniera omogenea questa figura, al di là delle possibilità economiche e delle sensibilità specifiche proprie di ogni singola Regione del nostro ordinamento.
Lo Studio Legale Maffi resta a disposizione per consulenze anche nell’ambito dei Diritti dei Caregiver familiari: info@studiolegalemaffi.it