Una delle domande più frequenti di questo periodo è proprio “Cosa dice la Legge Cartabia sull’esecuzione penale?”. Con il Dlgs nr. 150/2022 è infatti ormai entrata in vigore la famigerata Riforma Cartabia. Diciamo “famigerata” perché tanto se n’è parlato sulla stampa. E anche perché, per il mondo forense questa rappresenta una piccola rivoluzione. La riforma introduce infatti tutta una serie di cambiamenti sia a livello di procedure che di pene. In molti casi si tratta di norme importanti, non di semplici cavilli istituzionali o burocratici. Nuove misure quindi che stanno già avendo un impatto concreto sulla vita delle persone.
Uno degli ambiti maggiormente oggetto di cambiamento è il Diritto penale. Qui le misure introdotte potenzialmente permetteranno di snellire il carico dei procedimenti pendenti. Non solo, ma rappresentano anche un cambio di paradigma quanto all’applicazione della pena detentiva. Gli effetti della riforma dovrebbero quindi andare nella direzione di carceri meno affollate. In generale, perciò, stiamo assistendo ad una vera e propria nuova fase della giustizia penale italiana. Per questo motivo, i nostri Avvocati propongono qui un breve focus su cosa dice la Legge Cartabia sull’esecuzione penale.
Come funzionava prima il processo penale
Prima di vedere insieme cosa dice la Legge Cartabia sull’esecuzione penale, è bene comprendere come ci si è mossi finora. Il processo penale è quel ramo dell’ordinamento giuridico che è principalmente chiamato ad accertare e reprimere un fatto di reato. La fase iniziale consiste nel portare a termine la cognizione. Se questa giunge ad una sentenza penale di condanna definitiva, allora entra in gioco un ventaglio di possibili misure. Esse vengono eseguite tramite la Magistratura di Sorveglianza e Pubblico Ministero. In pratica, stiamo parlando delle pene detentive, che possono rientrare in due tipologie:
· la reclusione per i delitti, oppure
· l’arresto per le contravvenzioni.
Salvo si applichi il beneficio della sospensione condizionale della pena, l'ordinamento penitenziario (Legge 354/1975) conosce misure alternative alla carcerazione. Stiamo parlando di:
· Detenzione domiciliare per pene non superiori ai 2 anni. La pena detentiva viene espiata presso il proprio domicilio con divieto di allontanarsi salvo autorizzazioni del Magistrato di Sorveglianza;
· Affidamento in prova al servizio sociale per pene non superiori ai 4 anni. La pena viene espiata con limitate restrizioni della libertà personale disposte dal Magistrato di Sorveglianza, purché in possesso di domicilio idoneo e attività lavorativa;
· Esistono poi altre misure alternative connesse allo stato di salute del condannato e applicabili anche per pene e residui di pena superiori ai 4 anni.
Cosa dice la Legge Cartabia sull’esecuzione penale
Il fulcro di cosa dice la Legge Cartabia sull’esecuzione penale risiede nell’introduzione di una serie di pene sostitutive. In pratica, la Legge Cartabia è andata a riformare la Legge 689/1981. Oltre alle pene detentive stricto sensu e alle misure alternative alla detenzione viste sopra, vengono così introdotte delle pene sostitutive. Tali pene possono essere appunto applicate in sostituzione a delle pene detentive brevi. Nello specifico, si tratta delle nuove pene di:
1. pena pecuniaria,
2. lavori di pubblica utilità,
3. detenzione domiciliare,
4. semilibertà.
Entriamo ora nel dettaglio, a cominciare dalla pena pecuniaria sostitutiva. Essa si applica per pene non superiori all’anno di reclusione. Con questa nuova misura, un giorno di pena detentiva viene convertito in un ammontare di pena pecuniaria che può andare da un minimo di 5 ad un massimo di 250 euro. I lavori di pubblica utilità sono invece sostitutivi di pene non superiori ai 3 anni e consistono in attività a favore della collettività per un periodo che va da un minimo di 6 ad un massimo di 15 ore settimanali. In questo caso, un giorno di pena detentiva equivale a 2 ore di lavori di pubblica utilità. Alle altre due pene sostitutive è bene dedicare brevi focus a sé. Capirne la natura significa infatti comprendere a fondo cosa dice la Legge Cartabia sull’esecuzione penale.
La detenzione domiciliare sostitutiva
La detenzione domiciliare sostitutiva si applica per pene che non superano i 4 anni. Essa comporta l’obbligo di “rimanere nella propria abitazione o in altro luogo di privata dimora ovvero in luogo pubblico o privato di cura, assistenza o accoglienza ovvero in comunità o in case famiglia protette, per non meno di dodici ore al giorno [a fronte delle ventiquattro potenzialmente raggiungibili nella omonima misura alternativa], avuto riguardo a comprovate esigenze familiari, di studio, di formazione professionale, di lavoro o di salute del condannato.”
In ogni caso, con questa forma di pena sostitutiva il condannato può lasciare il domicilio per almeno 4 ore al giorno, anche non continuative. Questo per consentirgli di provvedere alle sue indispensabili esigenze di vita e di salute, sempre secondo quanto stabilito dal giudice. Vediamo ora l’ultimo importante tassello di cosa dice la Legge Cartabia sull’esecuzione penale.
La semilibertà sostitutiva
Anche la semilibertà sostitutiva si applica per pene detentive non superiori ai 4 anni. Si tratta però della più severa tra le nuove tipologie di pene sostitutive. Essa comporta infatti l’obbligo di trascorrere almeno 8 ore al giorno presso un carcere o una casa di reclusione. Questi si possono trovare nel Comune di residenza, di domicilio, lavoro o studio del condannato. Oppure, possono essere situati anche in un Comune limitrofo.
Inoltre, questa misura prevede anche di svolgere, per la restante parte del giorno, attività di lavoro, studio, formazione professionale o comunque utili alla rieducazione e al reinserimento sociale. Tutto ciò in conformità al programma di trattamento predisposto dall’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna e approvato dal Giudice.
Un importante passo avanti
Le pene elencate sopra vengono applicate dal Giudice procedente previo consenso del condannato. Esse consentono così di arrivare ad una situazione vincente per tutti, sistema incluso. Tra gli effetti positivi della riforma emergono infatti i vantaggi di:
· snellire il carico dei procedimenti pendenti dinanzi al Tribunale di Sorveglianza,
· ridurre il sovraffollamento delle carceri,
· permettere ai condannati di estinguere immediatamente la propria pena
· ottenendo fra l'altro alcuni benefici di legge quali la cessazione degli effetti penali della condanna.
Si tenga presente che prima della Riforma Cartabia, la condanna era sottoposta al solo procedimento di riabilitazione. Esso era di fatto utile al condannato per ottenere alcuni titoli abilitativi rilasciati dalla Pubblica amministrazione (si pensi ad esempio al titolo di guida post revoca patente) e per disapplicare in nuovi procedimenti le circostanze aggravanti come la recidiva.
Gli Avvocati dello Studio Legale Maffi hanno avuto modo di approfondire nel dettaglio i vari risvolti portati in essere dalla riforma della giustizia. Con questo breve focus su cosa dice la Legge Cartabia sull’esecuzione penale speriamo di avere contribuito a portare maggiore chiarezza in merito. Restiamo a disposizione per ogni tipo di consulenza legale, di carattere civile o penale: info@studiolegalemaffi.it